La scuola restituita

Il 5 settembre 2022 Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine Cittadella della Pace, Arezzo, e Noemi Di Segni, presidente UCEI, hanno invitato otto testimoni con i “capelli bianchi”, che proprio il 5 settembre 1938, con la promulgazione del “Regio Decreto Legge n° 1390 – Art. 2 per la Difesa della Razza nella scuola italiana fascista”, furono espulsi dalle scuole di ogni ordine e grado. 

A dare il benvenuto agli alunni ed ai testimoni in questo speciale “primo giorno di scuola” è stato Maurizio Gatteschi, dirigente scolastico dell’Istituto Colonna di Arezzo, scuola titolare della sperimentazione del IV anno Rondine presso il Ministero dell’Istruzione.
Io facevo parte del gruppo dei testimoni. Ci hanno accolto in modo molto festoso insieme a circa un centinaio di studenti del IV anno di liceo, sia della Cittadella che di Arezzo. Questo incontro con i giovani studenti di oggi è stato particolarmente emozionante per noi e per loro: un applauso spontaneo ed il desiderio di stringerci la mano hanno caratterizzato questo incontro speciale tra generazioni.  
Ci hanno accompagnato in una grande aula tutta a vetri e senza porte dove si percepiva un’apertura verso il prossimo. Al suono della campanella è iniziato l’anno scolastico con il saluto del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, collegato via web. 

In cattedra, per un giorno, è il professor Francesco Bei, vicedirettore del quotidiano la Repubblica. La lezione si è svolta con l’intervento di un testimone alternato dall’intervento di un alunno della Cittadella della Pace, alunni che provengono da tutto il mondo anche da Paesi in guerra tra loro.

Il primo a parlare degli allievi-testimoni è Ugo Foà: si vide strappato di un diritto e sentì quella ferita molto profonda.
Di seguito: Lello Dell’Ariccia, uno dei testimoni del rastrellamento nel ghetto di Roma del 16 ottobre del ’43 e oggi presidente del “Progetto Memoria”, associazione che si occupa della trasmissione dell’esperienza dei testimoni alle giovani generazioni: «il ricordo è necessario; non deve succedere mai più che un governo autoritario si impadronisca della libertà dell’individuo».

Miriam Cividalli, poetessa e autrice di Perché qualcosa resti, racconta di quando, nel maggio del ’38, alla festa scolastica organizzata in onore di Hitler, allora in visita a Firenze, fu tenuta tutto il tempo isolata contro il muro.

Fabio Di Segni, impegnato tuttora nella testimonianza, in particolare nelle scuole, non ha superato il senso di vergogna nel leggere «razza ebraica» nel proprio atto di nascita.

Claudio Fano ricorda il padre ucciso alle Fosse Ardeatine e definisce «scuola apartheid» la sezione speciale ebraica nelle scuole pubbliche.

Gianni Polgar, originario di Fiume, definisce quella di oggi a Rondine un’esperienza nuova, quasi un risarcimento.

Carla Neppi Sadun, ferrarese, attiva nelle testimonianze nelle scuole ed anche nelle università per stranieri presenti a Firenze, ricorda con umiliazione e sgomento di quando, all’esame di ammissione alla I Media, fu rinchiusa a chiave in una grande aula da un fascista in divisa.

Nando Tagliacozzo, che nella Shoà ha perso padre, sorella, nonna e zii, attivo nelle testimonianze nelle scuole, nei corsi di formazione degli insegnanti sui temi della Memoria si è domandato: «l’Italia ha davvero fatto i conti con quanto è successo?».

Gli studenti della Cittadella che si sono alternati con gli allievi-testimoni, hanno dimostrato tutti grande interesse nell’ascolto di tutte queste esperienze e sopraffazioni subite. Questi giovani potranno trasformare questi racconti in insegnamenti di vita per costruire nuove relazioni tra popoli e persone.
La senatrice Liliana Segre, collegata in video, da sempre amica di Rondine, ha ricordato brevemente la sua storia di bambina di sette anni esclusa dalla scuola e diventata “invisibile”, invitando i giovani a battersi perché l’indifferenza non vinca.
È lo stesso messaggio di Franco Vaccari, presidente di Rondine, che ha condannato i cori antisemiti di sabato 3 settembre allo stadio Franchi, intonati dagli ultras juventini contro i fiorentini: «massa di ebrei». Il presidente Vaccari non si sorprende che 84 anni dopo si ripetano queste scene; il punto è che il razzismo, specie contro gli ebrei, risorge periodicamente. Per Vaccari, quel che conta è la reazione, l’indignazione che è necessaria in ciascuno di noi. Dobbiamo essere «buoni giardinieri contro le erbacce…».

Infine la presidente UCEI, Noemi Di Segni, richiama la responsabilità che ebbero all’epoca le istituzioni italiane nell’avviare contro i bambini l’atto antiebraico e invita chi si appresta a governare l’Italia ad essere consapevole di questa parte di storia subita non solo dagli ebrei ma da tutto il Paese. È una storia di responsabilità istituzionale italiana, del Governo di allora, così come del Re d’Italia che firmò le leggi antiebraiche.
Alla fine di questa speciale mattinata il presidente Vaccari consegna un attestato a tutti gli otto testimoni e qui trovate la mia copia.
Questa iniziativa ricorda il valore importante che ogni ora ed ogni giorno di scuola rappresentano per gli studenti e per la società intera: poter frequentare la scuola pubblica mette tutti gli alunni nella condizione di procedere secondo i propri ritmi e i propri stili di apprendimento e di successo formativo in una società che fornisce uguali opportunità a tutti i cittadini.

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