Novembre – Dicembre 2022

Firenze Ebraica. Bimestrale toscano di notizie e cultura ebraica. Autorizzazione del Tribunale di Firenze n. 3628 del 3.11.1987

Direttrice responsabile:

Hulda Brawer Liberanome

Redazione:

Renzo Bandinelli
Wlodek Goldkorn
Paola Jarach Bedarida
Daniela Nencini
Milka Ventura Avanzinelli

e-mail: redazione@toscanaebraica.it
www.toscanaebraica.it

Comunità ebraica di Firenze
Via Luigi Carlo Farini, 4
50121 Firenze
Tel. 055 245252 – Fax 055 241811 e-mail: abbonamenti@toscanaebraica.it

ISSN 2612-0895 (Ed. cartacea) ISSN 2784-854X (Ed. digitale)

Impaginazione e stampa:

Nova Arti Grafiche srl – Signa (Firenze)
I numeri di Toscana ebraica sono consultabili presso la Biblioteca Marucelliana

di Firenze e la Biblioteca della Comunità ebraica di Firenze

Indice 

Lettera ai lettori Hulda Brawer Liberanome

Festività e pensiero ebraico

Rinnovamento rav Roberto Della Rocca
Chanukkyot – non sono solo una questione di stile David Palterer
Shabbat Hulda Brawer Liberanome e Daniela Nencini

Cultura

Il testamento di Mattatyà Umberto Fortis
Il TaNaKh, la formazione del canone Filippo Tedeschi 
I fratelli Halicz e la prima tipografia ebraica in Polonia Jan Władysław Woś 

Shoà, Genocidi, Resistenza

I Waldmann. Storia di una famiglia in fuga Laura Ciampini
Rav Augusto Hasdà cacciato dall’Albo Piero Nissim

Israele

Yeshivot di donne Hulda Brawer Liberanome
Episodi di vita quotidiana Tullio Sonnino

Domande e risposte ‘al reghel achat

Il libero arbitrio Filippo Tedeschi

Dalle Comunità

Firenze

In margine alla XXIII Giornata europea della Cultura ebraica: “Rinnovamento” Renzo Bandinelli
La scuola restituita Carla Neppi Sadun
Calore e umanità a Firenzuola in ricordo di Alessandro Smulevich Piero Ventura

La voce dei ragazzi

Shabbat Shelach lekhà derashà di Sara Curiel  
Simchat Torà derashà di Perla Abigail Rivka Samuel

Anagrafe

Varie

Una mostra di artisti ebrei Lionella Neppi Modona Viterbo 

In Versi

Un sasso Piero Nissim
Vento Alessandro Nocchi

Libri e film

Un papa in guerra recensione di Renzo Bandinelli
La cartolina recensione di Marinella Mannelli
Scrivimi sempre recensione di Lionella Modona Viterbo
Il silenzio che urla recensione di Daniel Vogelmann
Biblioteca. Nuove accessioni a cura di L. E. Funaro

Segnalazioni

Lettere

Brigata ebraica Piero Cividalli

Ricordo di

Mario Amati Tullio Sonnino; Sandro Ventura

Auguri della Redazione

Lettera ai lettori

Toscana ebraica conclude con questo numero i 35 anni dalla sua fondazione nel novembre 1987 come Firenze ebraica sotto la direzione di Ruben Lopes Pegna. Usciva quattro volte all’anno nel formato del quotidiano la Repubblica per pubblicare resoconti su eventi accaduti e notizie su programmi futuri, oltre a qualche articolo su argomenti di cultura ebraica e su Israele – per lo più scritti da membri della Comunità  fiorentina. Nel 1990 ho assunto la direzione della rivista che ha cambiato formato per essere “tascabile” e, dopo pochi anni, è diventata Toscana ebraica grazie all’accordo con le Comunità di Livorno e di Pisa. Con il passare del tempo è notevolmente aumentato il numero degli articoli dedicati ad argomenti di cultura ebraica in senso lato, scritti da ebrei e non, italiani e non.
In questo numero rav Roberto Della Rocca esamina il significato del concetto del tempo dal punto di vista ebraico e anche il motivo per la scelta della luna come base del calendario ebraico che, «pur se invisibile ai nostri occhi […], è presente anche durante il giorno», perché la luna non tramonta. Parlando di Chanukkà, rav Della Rocca sottolinea come l’impegno eroico dei Maccabei contro l’Ellenismo e il senso spirituale della loro lotta coincidano con le varie fasi della luna contenute negli otto giorni della festa. Di Chanukkà e di chanukkyot (parola coniata da Hemda Ben Yehuda verso la fine del 1800) scrive David Palterer, ricordando che la festa esiste fin dagli ultimi decenni del Secondo Tempio, tant’è che è da allora che prevalse la norma della scuola di Hillel in favore dell’accensione delle candele in senso crescente a partire da una, anziché quella della scuola di Shammay. È una festa della luce, per richiamare l’attenzione sull’allungamento delle giornate e per ricordare la vittoria dei Maccabei, particolarmente apprezzata dal Sionismo e dallo Stato di Israele.

Filippo Tedeschi, parlando della formazione del TaNaKh, sottolinea le difficoltà inerenti al tentativo di fornire un periodo più o meno preciso in cui la Bibbia – escluso il Pentateuco – è stata scritta e redatta in modo definitivo in tutto il mondo ebraico, e suggerisce la prima stampa della Bibbia (1525, a Venezia) come la data dopo la quale tutte le versioni risultano uguali, anche se già secoli prima i testi copiati a mano  variavano poco. Jan Władysław Woś racconta la storia della prima tipografia ebraica in Polonia, già allora importante centro di ebrei, quella dei fratelli Halicz, che stampava soprattutto siddurim e libri di pensiero in ebraico e in yiddish. La ditta entrò in gravi difficoltà quando i proprietari si fecero battezzare perché gli ebrei smisero di acquistare libri da loro stampati. Furono le autorità polacche a obbligare le Comunità ebraiche del Paese ad acquistare i volumi giacenti nei depositi ma la ditta dovette comunque cambiare genere editoriale e alla fine chiuse i battenti. Solo uno dei fratelli, emigrato in Turchia e ritornato all’ebraismo, riprese in seguito l’attività di tipografo. Laura Ciampini scrive della famiglia Waldmann rifugiata nell’Italia fascista nell’estate 1939 dopo la firma dell’accordo fra la Germania nazista e l’URSS per dividersi buona parte della Polonia. L’articolo parla delle difficoltà della vita dei Waldmann, ebrei di nazionalità straniera, prima e dopo la firma dell’accordo con gli Alleati di una parte dello Stato italiano l’8 settembre 1943. Furono consegnati ai tedeschi nel dicembre 1943 per finire nel Campo della morte di Auschwitz dal quale nessuno di loro è tornato. 

Le yeshivot di donne sono una recente novità nella storia del nostro popolo. Ci sono stati grandi maestri già ai tempi del Talmud che proibirono l’insegnamento della Torà alle donne, fatto accettato da molte comunità anche per periodi lunghi, anche se sappiamo che Maimonide riteneva che «le donne non hanno l’obbligo di studiare la Torà ma non lo proibiva come hanno fatto altri» (Maimonides. The Life and the World of One of Civilization’s Greatest Minds, Joel L. Kraemer, Resling Publisher, Israel 2019, p. 317). Ne ho parlato con rav prof. Shmuel Wygoda, fondatore di una delle prime yeshivot di donne in Israele, che spiega chi viene accettata fra le tante richiedenti, cosa si studia, come e per quanto tempo restano nella yeshivà (circa un anno e mezzo) e anche, terminato il periodo di studio, che strada prendono. 

Carla Neppi Sadun, una degli otto superstiti alla Shoà presenti, racconta la sua giornata a Rondine Cittadella della Pace (provincia di Arezzo), sottolineando l’importanza dell’insegnamento scolastico pubblico. L’importante evento – presente anche la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni – è stato evidenziato da numerosi giornali e dalla televisione. Renzo Bandinelli, scrivendo della Giornata della Cultura ebraica a Firenze, si è soffermato sulla tavola rotonda sul tema “Rinnovamento” nell’ebraismo, un argomento particolarmente importante visto l’allontanamento di un certo numero di giovani e il crescente numero di manifestazioni di antisemitismo. Come sempre ci sono anche altri articoli e recensioni che vi invito a leggere.

Hulda Brawer Liberanome       

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