Settembre – Ottobre 2025

Firenze Ebraica. Bimestrale toscano di notizie e cultura ebraica. Autorizzazione del Tribunale di Firenze n. 3628 del 3.11.1987

Direttrice responsabile:

Hulda Brawer Liberanome

Redazione:

Renzo Bandinelli
Wlodek Goldkorn
Paola Jarach Bedarida
Daniela Nencini
Milka Ventura Avanzinelli
Emanuele Viterbo

e-mail: redazione@toscanaebraica.it
www.toscanaebraica.it

Comunità ebraica di Firenze
Via Luigi Carlo Farini, 4
50121 Firenze
Tel. 055 245252 – Fax 055 241811 e-mail: abbonamenti@toscanaebraica.it

ISSN 2612-0895 (Ed. cartacea) ISSN 2784-854X (Ed. digitale)

Impaginazione e stampa:

Nova Arti Grafiche srl – Signa (Firenze)
I numeri di Toscana ebraica sono consultabili presso la Biblioteca Marucelliana
di Firenze e la Biblioteca della Comunità ebraica di Firenze

Indice 

Lettera ai lettori Hulda Brawer Liberanome

Messaggi di augurio dei rabbini e dei presidenti delle Comunità toscane

Rav Gadi Piperno, Rabbino  di Firenze  
Rav Umberto Avraham Piperno, Rabbino di Livorno
Rav Luciano Meir Caro, Rabbino di riferimento di Pisa 
Enrico Fink, Presidente Comunità ebraica di Firenze 
Vittorio Mosseri Presidente uscente Comunità ebraica di Livorno 
Gianfranco Giachetti Presidente Comunità ebraica di Livorno
Andrea Gottfried, Presidente Comunità ebraica di Pisa

Festività e pensiero ebraico

La sacralità della vita rav Gadi Piperno
Problemi con il digiuno di Kippur? Istruzioni per l’uso Filippo Tedeschi

Cultura

Ebrei in Maremma. Per 500 anni nel segno della convivenza Angelo Biondi
Ebrei d’Egitto Daniel Fishman 
De Medico Hebraeo nell’età dei ghetti Umberto Fortis
Mordecai Ardon, pittore israeliano Daniele Liberanome 
Angeli Marco Liuzzi
Le conversioni a Roma nella prima età imperiale Hulda Brawer Liberanome e Daniela Nencini

Israele

Dodici giorni a giugno Herbert Avraham Arbib
Riflessioni all’inizio di luglio 2025 Orit Brawer Ben-David
Una situazione sempre più grave Tullio Sonnino

Dalle Comunità

Firenze

Rafael Servi bar mitzwà a Londra Silvia Bemporad Servi
Dialogo ebraico. Una giornata di confronto e prospettiva sull’ebraismo italiano
Firenze, 29 giugno 2025 Emanuele Viterbo

Pisa

Studi ebraici e memoria digitale: sulla restituzione pubblica del progetto From Stones to Stories: Jewish Memory in the Digital Age (CISE-UNIPI, Comunità ebraica di Pisa, CNR-IIT) Serena Grazzini

Anagrafe

Varie

Quattro donne legate alla Comunità di Firenze Hulda Brawer Liberanome
Cinquantesimo compleanno di HaKeillahBruna Laudi 
La biblioteca e l’Ospizio Marino della Comunità di Firenze negli anni 1938-1943 Lionella Neppi Modona Viterbo
Sette vite (o più) e una promessa: custodire l’identità ebraica della mia famiglia e lasciare un’impronta e una memoria indimenticabili Anastasia Vendrov

In Versi

Soleggiate emozioni Alessandro Nocchi

Libri e film

Gerusalemme. Città di specchi recensione di Renzo Bandinelli
Crematorio freddo recensione di Marinella Mannelli
Ti racconto una storia. La Pergine e la Fattoria di Rimaggio nei ricordi della famiglia Calvo-Pegna recensione di Lionella Neppi Modona Viterbo

Segnalazioni

Ricordo di 

Necha Milner Burschtein Giuseppe Burschtein 
Rachi ci ha lasciati Sandro Ventura
Umberto Forti Simone Bedarida; Enrico Fink; la Redazione di Toscana ebraica; Chiara Sciunnach; Micol Sorani; Umberto Fortis; Comunità ebraica di Venezia
Oltre la gola di un grande torrente.Un ricordo dedicato a rav Sciunnach e alla sua famiglia Lorenzo Bianchi

Auguri della Redazione

Lettera ai lettori

Siamo alla vigilia di Rosh ha-shanà. Molti eventi accaduti sono stati caratterizzati dalla profonda instabilità internazionale alla quale hanno contribuito alcune guerre locali. Sono eventi che hanno lasciato un profondo segno sulle vicende mondiali; in primo luogo la guerra fra Russia e Ucraina e quella in Israele contro Hamas che, a quanto pare, continueranno e chissà per quanto tempo ancora, perché restano per ora irrisolti i problemi che le hanno causate, cioè se la situazione porterà verso una lunga tregua e forse verso tentativi seri per una soluzione pacifica. Mentre scrivo le prospettive non sembrano segnalare particolare ottimismo perché la Russia mira alla definitiva conquista di alcune zone che per gli ucraini sono loro; in Israele il primo ministro israeliano Binyamin Netanyahu parla ripetutamente della vittoria definiva contro Hamas, una meta che trova diverse interpretazioni e che per una parte degli israeliani è una battaglia direttamente legata alla sua posizione come Primo Ministro a capo di una coalizione di partiti di destra e che dipende anche dalla posizione di Itamar Ben Gvir, che rappresenta fra gli altri anche i coloni estremisti che desiderano un’Israele ebraica con, per quanto possibile, poche minoranze palestinesi. La situazione generale di instabilità potrebbe portare alla ricerca di una soluzione pacifica, anche se parziale, delle attuali crisi, oppure andare verso una crescente tensione fra i grandi blocchi che dividono il quadro internazionale: i gruppi degli Stati che vogliono chiamarsi “Occidente” e dall’altra Russia, Cina e altri che hanno preso le loro decisioni, chi da molti anni e chi più recentemente. Le prospettive sono per ora di instabilità, nella speranza che chi può decidere lo farà considerando i rischi che un peggioramento potrebbe significare per milioni di persone.

Per quanto riguarda Israele, vi invito a leggere gli articoli che pubblichiamo che dimostrano profonda preoccupazione per il futuro. Israele è un piccolo Paese sempre più isolato. Se ne parla in modo particolare nei vari gruppi “per la pace”: si parla di Israele e sembrano invece quasi spariti i talebani in Afghanistan, l’eliminazione della resistenza anti-Putin in Russia e tantissime altre situazioni, per esempio alcuni regimi in Africa o in alcuni Paesi musulmani. Nessuno parla della tragica situazione delle donne afghane e di casi estremi di torture e di morte per capelli tagliati o coperti male. Nel mondo ebraico si tende a legare la situazione israeliana con il crescente antisemitismo, forse anche per la posizione di certi gruppi “per la pace” che invitano a non acquistare prodotti israeliani, medicinali indispensabili compresi. Ne parla nel suo articolo rav Gadi Piperno: perché il danno non è solo il mancato acquisto di prodotti israeliani in Italia ma anche indirettamente per noi ebrei, spesso identificati con le posizioni dell’attuale governo israeliano, anche se molti sono contrari, così come, ad esempio, con gli atteggiamenti dei coloni verso i palestinesi. Direttamente e indirettamente in qualche modo siamo anche noi parte dell’isolamento di Israele, anche se, come diceva Enrico Fink molto giustamente, noi non siamo l’Ambasciata di Israele a Roma. Sono d’accordo quindi con chi ha parlato dell’importanza di vedere la situazione israeliana nella sua complessità e scegliere le questioni da appoggiare e altre da criticare.

Alla lunga storia dei cinquecento anni degli ebrei della Maremma richiama la nostra attenzione Angelo Biondi, nel suo libro che parla di una situazione più ampia delle note vicende degli ebrei di Pitigliano. I ghetti istituiti dalle Bolle papali accettate dai governanti toscani nel 1570-71 non comprendevano alcuni feudi autonomi come Sovana, città spopolata perché malsana, dove non esisteva un ghetto e i rapporti con i cittadini cristiani erano buoni.Nel territorio le condizioni degli ebrei erano favorevoli al punto che un certo Samuele Servi di Pitigliano ha potuto prendere in affitto la Contea di Santa Fiora. Parlando della sola Pitigliano risulta che ai primi dell’Ottocento gli ebrei rappresentavano ben il 12% della popolazione, quindi un nucleo molto importante. Con le Leggi razziali e l’arrivo delle truppe naziste durante la Seconda guerra mondiale, gli ebrei hanno lasciato la città per non tornare. 

La chiusura degli ebrei nei ghetti non ha ostacolato l’importante lavoro professionale di un medico, una specializzazione passata spesso ai figli, come racconta Umberto Fortis.

Degli angeli nella Bibbia da Abramo in poi scrive Marco Liuzzi, per analizzare cosa significa la loro apparizione e chi erano. 

Anastasia Vendrov racconta delle sue “sette vite”, della sua famiglia, che ha conosciuto guerre, la Shoà, e della sua infanzia nell’URSS, quando era necessario nascondere l’appartenenza al nostro popolo, ma parla anche della sua vita in Israele, del servizio militare a Gaza e dichiara la sua intenzione di impegnarsi sempre per custodire la sua identità ebraica.

Vorrei ricordare Umberto Forti con affetto perché è sempre stato presente nei momenti più tragici della mia famiglia.

Pubblichiamo numerosi altri articoli in questo numero di Toscana ebraica che invito a leggere.

Vi auguro un anno di serenità e di buone notizie a livello personale, per il nostro popolo e per il mondo – che sia un anno di pace diffusa fra i popoli e di benessere.

Hulda Brawer Liberanome

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