Gennaio – Febbraio 2022

Firenze Ebraica. Bimestrale toscano di notizie e cultura ebraica.
Autorizzazione del Tribunale di Firenze n. 3628 del 3.11.1987

Direttrice responsabile:
Hulda Brawer Liberanome


Redazione:
Renzo Bandinelli
Wlodek Goldkorn
Paola Jarach Bedarida
Daniela Nencini
Milka Ventura Avanzinelli


e-mail: redazione@toscanaebraica.it


Comunità ebraica di Firenze
Via Luigi Carlo Farini, 4
50121 Firenze
Tel. 055 245252 – Fax 055 241811
e-mail: abbonamenti@toscanaebraica.it

ISSN 2612-0895 (Ed. cartacea)
ISSN 2784-854X (Ed. digitale)


Impaginazione e stampa:
Nova Arti Grafiche srl – Signa (Firenze)

I numeri di Toscana ebraica sono consultabili presso la Biblioteca Marucelliana
di Firenze e la Biblioteca della Comunità ebraica di Firenze

Indice

Lettera ai lettori Hulda Brawer Liberanome

Festività e pensiero ebraico

L’ebraismo italiano di una volta, e di oggi rav Gadi Piperno
L’incenso nel culto del Tempio e nella preghiera rav Crescenzo Efraim Piattelli
Tu-bishvat, il capodanno degli alberi Hulda Brawer Liberanome e Daniela Nencini

Cultura

La Livornina. Genesi e applicazione di uno straordinario documento Lucia Frattarelli Fischer
Ebrei nei libretti d’opera italiani dell’Ottocento Umberto Fortis
La presenza di Ebrei nell’isola di Elefantina in Egitto Maria Cristina Guidotti

Shoà, Genocidi, Resistenza

Kristallnacht Giorgio Jellici
Il senso della prospettiva di Enzo Collotti Marta Baiardi
Una scorciatoia tutta politica. Reato di negazionismo
Enzo Collotti
Cerimonia di posa della Pietra d’inciampo a Firenze in ricordo del rabbino Nathan Cassuto z”l
discorso del figlio David Moshe Cassuto

Israele

Il nuovo Presidente Tullio Sonnino
Fare un giro
Tullio Sonnino

Dalle Comunità

Firenze

Novembre 2021 Renzo Bandinelli
Riconoscimento alla famiglia Dani Sara Cividalli

La voce dei ragazzi

Shabbat Lekh lekhà derashà di Advà Shafir

Anagrafe

Varie

In ricordo di rav Margulies Lionella Neppi Modona Viterbo
Un episodio dell’attività di rav Samuel Hirsch Margulies Jan Władysław Woś
La Chevrà qaddishà e le pratiche funerarie ebraiche presso la

Comunità ebraica di Firenze prima e durante la pandemia SARS-CoV-2 Margherita Ventura
Alberto Olivetti Lionella Neppi Modona Viterbo
Progetto Nanà

In Versi

Auschwitz Luigi Adamo

Libri e film

Ombre sullo Hudson recensione di Renzo Bandinelli
Cento miracoli recensione di Marinella Mannelli


Segnalazioni

Ricordo di

Leonardo Ariel Ventura Franco Ventura; Vanni Pettinà e gli amici
Lina De Leon Treves
Filippo Fiorentini

Auguri

Lettera ai lettori

L’argomento più importante su scala mondiale di questi giorni è la pandemia sempre più grave, ma per noi ebrei, in aggiunta, gravi sono anche gli episodi di antisemitismo sempre più frequenti a livello nazionale e internazionale, argomento che, insieme alla Shoà, occupa molto spazio in questo numero di Toscana ebraica che vi dovrebbe raggiungere prima del Giorno della Memoria, fissato dall’ONU per il 27 gennaio (il 10 di tevet, secondo la decisione del Rabbinato centrale di Israele). «I gruppi neonazisti che si muovono disinvoltamente dentro la rete per compiere poi proficue incursioni dentro lo scenario politico reale svolgono un ruolo decisivo. Non sono semplicemente frange estreme. Piuttosto sono forze in grado di condensare la vasta nebulosa del malessere diffuso», additando «gli ebrei, che dopo aver portato distruzione per secoli, ora fanno leva sulla menzogna dell’Olocausto, dei Rothschild e Soros di turno, dei parassiti e invasori di ogni specie, dei pervertiti e pedofili, di tutte quelle forze estranee e quei poteri occulti che vogliono pregiudicare la sicurezza, contaminare l’identità del noi» (“I nazisti tra noi”, L’Espresso, 7 novembre 2021). Concetti ripetuti nei secoli che fanno rabbrividire. Sull’argomento la Redazione di Toscana ebraica, insieme alla sezione fiorentina dell’ADEI-WIZO, ha organizzato il 21 novembre un incontro-dibattito nella sede della Comunità fiorentina, con la partecipazione dell’onorevole Emanuele Fiano e dell’assessore del Comune di Firenze Sara Funaro che hanno insistito sull’importanza di non sottovalutare questa realtà. Fra l’altro chi cerca di sfruttare le difficoltà create dall’epidemia sanitaria da Covid per fini politici è alla ricerca di simboli ben conosciuti, come si è visto per esempio nella manifestazione no-vax a Novara, quando alcuni dei partecipanti hanno indossato un abbigliamento che alludeva a quello degli internati nei Campi di sterminio, e in una manifestazione simile ad Amsterdam è apparsa la stella di David come simbolo di persecuzione. Fiano vede l’utilizzo della pandemia da parte di chi combatte la democrazia a livello internazionale e cita ad esempio la politica dell’ex presidente americano Trump e dei suoi numerosi seguaci. Ci siamo domandati quale argomento potesse interessare chi probabilmente in un modo o in un altro si trova ad affrontare il problema dell’antisemitismo e la pandemia a scuola, all’università o al lavoro e, per la capienza permessa, la sala della Comunità fiorentina era al completo ma mancavano gli under 35-40, ad eccezione di uno o due. Una precisa descrizione della Notte dei Cristalli nelle zone controllate dai nazisti (9 novembre 1938) ce la offre nel suo articolo Giorgio Jellici che parla dell’uccisione di circa cento ebrei, della distruzione di molte sinagoghe, di negozi e case di ebrei e completa il quadro raccontando brevemente la storia degli ebrei in Germania, iniziata già ai tempi dell’Impero romano. Pubblichiamo poi il commovente intervento di David Cassuto sulla eccezionale personalità di suo padre rav Nathan, rabbino capo della Comunità di Firenze, catturato e mandato ad Auschwitz da cui non ha fatto ritorno. Di pregiudizi antiebraici ben radicati anche nel mondo colto e amante dell’opera lirica scrive Fortis, che ha esaminato criticamente i testi dei libretti scritti per varie opere dell’Ottocento.

Renzo Bandinelli si sofferma sugli eventi svolti a Firenze nel mese di novembre, come la cerimonia al Binario 16 della stazione Santa Maria Novella e il convegno “No-vax e rigurgito di antisemitismo”. Sara Cividalli racconta la storia del salvataggio della sua famiglia grazie alla generosità della famiglia Dani ufficialmente riconosciuta fra i Giusti in una importante cerimonia nel Tempio di Firenze. Marta Baiardi ricorda lo storico professor Enzo Collotti, amico degli ebrei, recentemente venuto a mancare, importante studioso della Shoà, la cui «ricerca non è nata sui libri ma sul conflitto aperto in me dalla scoperta di una grande cultura come quella tedesca e della sua incompatibilità con una realtà così lontana dai miti e dagli ideali di questa grande cultura» (E. Collotti, Impegno civile e passione critica, p. 27). Toscana ebraica parla naturalmente di argomenti di pensiero ebraico. Rav Gadi Piperno solleva un importante e attuale argomento scrivendo su “L’ebraismo italiano di una volta, e di oggi”, strettamente legato al futuro delle Comunità. A quanto dice posso solo aggiungere che per diversi anni erano i bambini diventati ebrei grazie al ghiyur qatan che avevano assicurato la normale attività della scuola ebraica di Firenze (poi gradualmente chiusa sia perché interdetta a allievi non ebrei sia con la fine della pratica del ghiyur qatan) e non solo; e inoltre le regole del ghiyur degli adulti sono diventate assai più severe rispetto a quanto avveniva nei primi decenni dopo la guerra ed è questo un altro cambiamento che interessa direttamente il presente e il futuro delle Comunità italiane. Rav Piattelli dedica il suo articolo all’incenso nel culto del Tempio e nella preghiera, argomento che ha trovato un raro accordo fra le due grandi scuole di pensiero halakhico, di Shammay e di Hillel. Quali erano le piante utilizzate, come possiamo riconoscerle oggi? In ricordo dell’antico rito noi includiamo nella Havdalà, la preghiera che segna la fine dello Shabbat, una pianta odorosa.
La Knesset, ci scrive Tullio Sonnino da Rehovot, ha scelto il nuovo presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog di famiglia ben nota, lui stesso personaggio conosciuto nel Paese per la brillante carriera militare e come politico e anche ministro. Sonnino ci descrive anche una Mostra tenuta a Beit Italia, Giaffa, sottolineando la stretta collaborazione fra artisti eredi di un israeliano originario dell’Italia e un gruppo di donne beduine di un villaggio che si trova nelle zone governate dall’Autorità palestinese. Lo studio della legge Livornina è frutto della ricerca di Lucia Frattarelli Fischer che ha dedicato all’argomento il suo intervento durante la Giornata della Cultura ebraica a Livorno. Altri tempi rispetto a quanto avvenuto in seguito, con la perdurante crisi economica della città che ha colpito, anche per altri motivi storici, la locale Comunità gradualmente abbandonata da molti giovani dall’Unità d’Italia in poi, con la progressiva apertura di tutti i ghetti che ha offerto nuove opportunità agli ebrei italiani. Maria Cristina Guidotti richiama l’attenzione sui mercenari ebrei di stanza nell’isola di Elefantina al servizio degli allora governanti persiani dell’Egitto nel periodo successivo alla distruzione del primo Tempio. Vorrei infine, richiamare la vostra attenzione al ricordo che Franco Ventura, padre di Leonardo, ha dedicato al figlio scomparso tragicamente in un incidente di montagna.

Buona lettura
Hulda Brawer Liberanome

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